L’importanza dell’appiccagnolo

Le medaglie di San Gennaro hanno OVVIAMENTE una particolare importanza per chi si affaccia sul mondo delle medaglie devozionali napoletane.


Da sempre oggetto di devozione, le medagliette venivano vendute sia “stative” cioè senza appiccagnolo oppure come pendente a sè o infine come terminale di rosario.
Erano strapazzate, venerate, baciate, strofinate decine di volte al giorno, per chiedere la grazia di turno o a ogni cadenza di salmo.
Le troverete di ogni genere, consumate, segnate, con argentatura o doratura perduta, e ahime’ spesso senza appiccagnolo o con quest’ultimo spezzato o limato.

Puntiamo oggi il dito sulla conservazione e a COSA dobbiamo prestare attenzione, quando le si colleziona.
L’appiccagnolo e’ FONDAMENTALE in questo caso, perche’ la medaglia puo’ anche peccare di rilievi alti, puo’ anche aver perduto lo splendore originario, puo’ aver perduto persino la doratura a mercurio o l’argentatura, MA OCCHIO quando perde l’appiccagnolo.

La perdita di un elemento ESSENZIALE, riduce DRASTICAMENTE il valore economico (non quello storico) della medaglia, fino a lasciarne il 20-25% soltanto.

Quando infatti la medaglia non e’ stativa (molto rare quelle del santo patrono) la collezionabilità “numismatica” di essa dipende dalla presenza di uno degli elementi con cui e’ uscita da sotto il bilanciere degli artisti napoletani: l’appiccagnolo per l’appunto.

Occhio anche a quelle medaglie che paiono stative, create cioè con l’intento originario di rimanere ferme su piano, sena essere appese a collane o rosari: si deve prestare attenzione massima che il bordo in alto a ore 12 NON sia limato con perizia dopo aver eliminato cio’ che rimaneva ad es. di un appiccagnolo spezzato.

In foto alcune medaglie (tra questa alcune molto rare) di uno dei patroni di Napoli il cui sangue speriamo continui a liquefarsi per buon auspicio.

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